10 aprile 2007

2+2=5





c'è l'inverno che lascia il posto alla primavera.
c'è il sole che brucia la pelle.
c'è l'allergia che prude dentro il naso e dentro la gola.
c'è un libro di 600 e più pagine finito in 10 giorni.
c'è un amore che vola via, lontano e più lontano vola più forte attacca le radici dentro i polmoni.
ci sono parole di notte.
passeggiate sugli scogli e fotografie per cercare di immortalare i desideri.
c'è un viaggio davanti a me, ci sono valigie piene di speranza.
che possa tutto tornare calmo e blu come solo io so.
il modo, il tempo, il luogo non importa.
basta solo che torni calmo e blu.
voglio respirare, annusare, correre, saltare, ridere, volare lassù in alto sopra le nuvole.
c'è un uomo tanto forte e così tanto debole seduto a tavola con bretelle e papillon che vuole parlare con me.
forse sogna un dialogo, lo stesso che sogno io, ma tutti e due eterni sognatori non riusciamo a raccontarci le nostre paure.
poche parole:
"allora, com'è andata questa pasqua?"
"bene..."
bene, bene è la bugia più grossa che potessi raccontare.
bene..
sembrava un 2+2=5 su una lavagna gigante.
avrei voluto sparecchiare di colpo e girare la sedia e cominciare a raccontare di una pasqua in mezzo a tanta gente, ma perfettamente solo, sordo alle risate, cieco agli sguardi, paralitico alle passeggiate.
una pasqua in cui tutto il vuoto che poteva raccogliersi si è adagiato dentro di me.
uno stura lavandino immenso premuto sul mio petto e io così, sollevato in aria.
una pasqua in cui il mare arrivava a riva portandomi ricordi e tornava indietro rubandosi la serenità.
un'onda dopo l'altra.
avrei voluto raccontare con tutte le parole del mondo di un amore che è volato via, un amore che mi spingeva, mi tirava, mi cullava, di un amore che avrei regalato a chi l'amore me l'ha regalato 30 anni fa.
avrei voluto raccontare di quei minuti seduto su uno scoglio passati ad aspettare una biglia arancione che lentamente si fonde nel mare..
avrei voluto scegliere le parole più belle per far capire a quel cuore a forma di papillon tutto il mio amore.
la mia felicità, la mia infelicità, i miei sogni, le mie promesse.
le mie forze, le mie certezze, le mie speranze.
e invece "bene.."
e siamo rimasti così, tutti e due a immaginare se quella bugia potesse essere un aiuto o solo un altro fallito tentativo di saldare un'amicizia eterna che aspetta solo di essere firmata ed esposta nel museo del DNA.
questa è stata la mia pasqua.
tre giorni a rincorrere qualcosa che non c'è più, tre giorni a cercare di riprendere fiato, tre giorni passati a cercare di non pensare con lo scopo di pensare a tutto quello che mi manca.
e poi correre verso il mare a portare secchiate di lacrime.
con le mani che fanno male.
e in quel momento mi accorgo che è vero dolore e non più sfogo.
quando comincia un leggero dolore sul dorso delle mani e scende lentamente fin sulle unghie.
ecco, lì amo con tutto il cuore qualcuno che non ho più.

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