25 maggio 2007

la baia del diamante nero

Sulla bianca veranda
lei indossa una cravatta ed un cappello Panama
il suo passaporto mostra un viso
da un altro tempo e da un altro luogo
e lei non vi somiglia per niente
e tutti gli avanzi del suo recente passato
sono dispersi nel vento tempestoso.
Cammina sul pavimento di marmo
verso la voce che la chiama dalla sala da gioco
invitandola ad entrare
Lei sorride e va dall'altra parte
mentre l'ultima nave salpa e la luna tramonta
dalla baia del diamante nero.

Alle prime luci dell'alba arriva il Greco
e chiede una corda ed una penna che scriva
"Pardon, monsieur" dice l'impiegato
togliendosi con cura il fez
"Ho sentito bene?"
e mentre si alza una nebbia giallastra
il Greco sale velocemente al secondo piano
Lei gli passa davanti sulla scala a chiocciola
scambiandolo per l'ambasciatore sovietico
Inizia a parlare ma lui passa oltre
mentre nubi tempestose si ammassano
e le palme ondeggiano
sulla baia del diamante nero.


Un soldato siede vicino al ventilatore
e contratta con un piccoletto che gli vende un anello
Il fulmine colpisce, le luci si spengono
L'impiegato si sveglia e comincia a gridare
"Qualcuno vede qualcosa?"
Poi il Greco appare al secondo piano
a piedi nudi con una corda intorno al collo
mentre un perdente nella sala da gioco
accende una candela
e dice "Apra un altro mazzo"
Ma il croupier dice "Attendez-vous, s'il vous plait!"
mentre la pioggia batte e le gru volano via
dalla baia del diamante nero.

L'impiegato sentì la donna ridere
mentre guardava in giro le conseguenze
e il soldato ci andava pesante
Provò a prendere la mano della donna
dicendo "Ecco un anello, costa una fortuna!"
Lei disse "Non basta"
poi corse di sopra a fare i bagagli
mentre un taxi tirato da cavalli aspettava alla curva
Lei superò la porta che il Greco
aveva chiuso a chiave
dove un cartello scritto a mano recitava
"Do not disturb"
Lei bussò ugualmente
mentre il sole tramontava e la musica suonava
sulla baia del diamante nero.

"Devo immediatamente parlare con qualcuno!"
Ma il Greco disse "Và via!" e diede un calcio
alla sedia, rovesciandola sul pavimento
Restò lì, appeso al lampadario
Lei gridò "Aiuto! C'è un'emergenza!
Per favore aprite la porta!"
Poi il vulcano eruttò
e la lava tracimò dalla parte alta della montagna
verso valle
Il soldato ed il piccoletto si rannicchiarono
in un angolo
pensando ad un amore proibito
Ma l'impiegato disse "Succede tutti i giorni!"
mentre i lapilli venivano giù ed i campi bruciavano
sulla baia del diamante nero.

Mentre l'isola lentamente affondava
il perdente finalmente fece saltare il banco
nella sala da gioco
Il croupier disse "E' troppo tardi ormai.
Puoi prenderti il tuo denaro ma non so
come lo spenderai in una tomba!"
Il piccoletto morse l'orecchio del soldato
mentre il pavimento crollava e la caldaia
nella cantina esplodeva
Intanto lei è sulla balconata dove
uno straniero le dice
"My darling, je vous aime beaucoup"
Le scende una lacrima e poi comincia a pregare
mentre il fuoco divampa ed il fumo si alza
dalla Black Diamond Bay

Me ne stavo seduto da solo a casa mia
una notte a Los Angeles
guardando il vecchio Cronkite al
notiziario delle sette
Sembra che ci sia stato un terremoto
che non ha lasciato nient'altro
che un cappello Panama
ed un paio di vecchie scarpe greche
Sembra che non sia successo granchè
così ho spento e mi sono andato a fare
un'altra birra
Sembra che ogni volta che ti guardi intorno
tu debba sentire un'altra storia assurda
e non c'è veramente nessuno che possa
dire niente
e comunque io non ho mai pensato di andarci,
nella baia del diamante nero.

22 maggio 2007

i'm in a bottle

la finestra corre veloce e mi guarda
vestita d'estate.
mi protegge e mi difende
dalla malinconia che non mi lascia solo
neanche un secondo.
posso viaggiare, volare, sognare, partire e non tornare.
ma lei resta sempre lì
immobile con ago da infermiera
pronta per la flebo di ricordi.
e tu parli di notte
ti giri e mi chiami.
io dormo, un sonno profondo e delicato.
profumato.
fai di tutto per svevgliarmi, per rassicurarti.
ma poi mi sveglio non ci sei.
c'è solo un orso che mi fissa e si chiede perchè
gli uomini amano.
i sassofoni non si dimenticano
delle stelle e cominciano a suonare
verso il destino,
stonati ma sicuri che la loro voce arriverà.
guardano tutti le mie spalle, fissano il momento in cui
raccolgo la serenità e punto gli occhi al cielo.
invidiosi del sentimento che sprigiono come profumo
di donna.
l'anello è nato in primavera
e splenderà un giorno su mani
dorate di capelli fatati
fra labbra inncantate
e parole ascoltate.
ma poi mi sveglio e non ci sei,
come in spiaggia fra i canneti e il canale non ci sei.
sotto il cappello e dentro la camicia non ci sei.
ti cerco nelle mie tasche
fra conversazioni
durate solo l'attimo di un suono.
ti guardo con occhi di un uccello che canta
la primavera
e risponde agli ordini delle nuvole.
le lacrime cadono dagli aerei,
e così piove.
la gente piange volando via e altra gente apre ombrelli
di egoismo.
righe orizzontali su di me.
bianche
nere
grigie
equidistanti
equitristi.
e qui sono io.
che continuo a svegliarmi fra un milione di euro in monete da
due centesimi.
presto sarò banderuola.

21 maggio 2007

clacson rosa

ali di buffalo city
e romantiche chiacchierate
dietro bicchieri che mostrano l'oceano.
le mani si fermano al 197 di west 4th street.
o forse è il 121.
il filippino grasso cerca lavoro ma trova solo
alcool e denaro da spendere.
come gioielli da mostrare senza gratitudine
fra bandiere che sventolano.
il soffitto basso è il regno del passato.
e nel passato un water sporco di felicità e successi.
le voci si sentono e si piegano nelle tazze bianche e rosse
dove armoniche lontane si fondono
in abbracci paterni.
il pericolo proviene dal suolo largo e caldo,
come balene affezionate al profumo di vaniglia.
dalla culla alla tomba
la porta è costruita per essere bussata dal ratto giallo bastardo
che si insinua
fra i fili dei sogni, spostandoli e tendendoli fino a brooklin.
fuori c'è freddo perchè qualcuno in tv ha implorato
di infilare il cappotto.
ma l'uomo in blu
continua a giocare d'azzardo e le talpe ritrovano la vista
in bleecker street
comprando aspirine dietro la linea gialla.
lo sceriffo fa due passi avanti,
uno indietro
e poi dichiara guerra all'olanda,
appena sbarbato e impregnato di colonia.
"domani mi sposo" racconta norman blee jr
noncurante del fucile puntato su di lui.
"è primavera" pensa sarah, "domani vado in italia! "
e il suo collo si ricopre d'oro e corde ruvide,
con guanti bianchi e vestita a festa.
w i l l i a m s b u r g h
comincia e finisce su una sola riga di
quaderno.
è lì che il mattino esplode svegliando galli piccanti
che corrono dal fornaio.
ma il pane è finito.
l'imperatore ha decretato festa a palazzo.
two girls love dad
too bad
too fast
take the rest
'cause i'm in a mess.
tomorrow i leave
and it will be late
to give you a peaceful sign of gratitude.
or love.

mr. peanut

ci si dimentica.
è così, ci si dimentica, di tutto e di tutti.
basta non sentire il bisogno di ricordarsi,
la mancanza di qualcosa o qualcuno e ci si dimentica.
in fondo l'amore, l'amicizia, la malinconia esistono
perchè ne abbiamo bisogno.
ma quando ne sentiamo il bisogno.
altrimenti ne facciamo volentieri a meno.
basta distrarci un attimo e tutto svanisce.
la stanchezza svanisce se non ci pensi.
cammini per kilometri e kilometri ma con la tua testa
vaghi per mondi inesplorati.
e ti accorgi di aver percorso distanze che minuti proma non avresti nemmeno
voluto leggere.
la sete passa, se non pensi più all'acqua fresca.
non senti il bisogno di avere amici intorno quando stai bene con te stesso
e crei una dimensione tutta tua,
sebbene loro siano un quarto della tua esistenza.
ci si dimentica anche dell'amore.
basta il sole, forte sulla pelle, basta il mare.
basta distrarsi e l'amore non c'è più.
scatti una foto all'amore.
ma poi quella foto non la vedrai più.
perchè l'amore è partito per il mare.
e lì resterà
fin quando un'altra foto verrà scattata,
incorniciata e spolverata di tanto in tanto.
finchè anche quella servirà a ricordarsi
di baci e corpi che si intrecciavano
prima che l'oceano dividesse
la vita.
ci si dimentica.
basta un giorno di troppo e ci si dimentica.
e si ritorna nell'attimo immediatamente prima in cui ci si è conosciuti.
mr. peanut non mi guarderà più.
addio mr. peanut

18 maggio 2007

elvis mi guarda e io gli canto...

Our life together is so precious together
We have grown, we have grown
Although our love is still special
Let's take a chance and fly away somewhere alone

It's been too long since we took the time
No-one's to blame, I know time flies so quickly
But when I see you darling
It's like we both are falling in love again
It'll be just like starting over, starting over

Everyday we used to make it love
Why can't we be making love nice and easy
It's time to spread our wings and fly
Don't let another day go by my love
It'll be just like starting over, starting over

Why don't we take off alone
Take a trip somewhere far, far away
We'll be together all alone again
Like we used to in the early days
Well, well, well darling

It's been too long since we took the time
No-one's to blame, I know time flies so quickly
But when I see you darling
It's like we both are falling in love again
It'll be just like starting over, starting over

Our life together is so precious together
We have grown, we have grown
Although our love is still special
Let's take a chance and fly away somewhere

Starting over

il fazzoletto della signora Quimble

il governo siede su ali di cemento
e usa un cappello rosso.
margaret
cammina con scarpe da tip tap su pavimenti di cristallo
curando figli del parchimetro,
un piede contro il bianco di gomme masticate
e fiori che seccano al sole.
artisti del novecento
che si guardano indietro dipingendo di nero
le finestre dei ricordi.
non ci sono posti per cadere,
solo angoli per innamorarsi.
e così è.
ci si innamora di contrasti paradossali
attendendo risposte a natale
durante pause fra corde di chitarre.
guardiani elettrici
immobili in fattorie sonnolente,
che fuggono il silenzio.
fra fuoco e ghiaccio scelgo le rose
che mentono spudorate lasciando messaggi su muri.
e gracchiano le statue di un tempo
soleggiato,
sfuocato,
ormeggiato.
la forza e l'ambizione vanno di pari passo
con la pioggia che rompe finestre
lanciando vetri sotto piedi nudi d'oltreoceano.
sono una rovina greca.
forte e indistruttibile nel tempo.
addio signora Quimble.

17 maggio 2007

adam jefferson suona una campana

adam jefferson piega la testa sotto al sole
e mani laccate
disegnano cerchi nella mente.
penzolo fra strade ortogonali
con la sapienza di un funambolo
del medioevo.
sono tutti sotto di me
che aspettano una canzone.
sotto le scale scrivo,
e ascolto,
e parlo,
ma le stelle sono nevrotiche.
tutto è possibile.
poco è rinunciabile.
qualcosa è verde.
come il mare sotto di me.
ho i pantaloni rotti.
buchi sulle gambe da dove entrano parole in parata.
il mio nome nessuno lo sa,
io lo suono con la tromba per miss venice che
sogna la gioventù.
ma ancora non sa che qui è già passata.
si sono chiuse le porte
della metro,
e la vita è volata via
con la carta straccia di un hamburger
di harlem.

16 maggio 2007

the summer wind...

...came blowin in from across the sea.
it lingered there, so warm and fair to walk with me...




black fat pussycat blowin' in the wind.
così comincia la vita.
nel suono lontano di note volute
o forse nate dal vuoto.
forse proprio qui
su questo legno bagnato da alcool di ogni età.
e scopro il tempo,
perduto e da passare.
scopro il tempo.
lontano sei ore da cosa non so.
bevo birra nell'emozione di un'epoca andata.
lingue sconosciute, imparate, lontane ed usate.
marinaio di porti d'amore.
non più comandante del cuore,
mozzo che lustra l'anima pronta ad essere corrosa
dalla volontà altrui.
oh capitano salpa in questa notte così limpida
da far rabbrividire,
usami come vela
perchè io possa navigare su mari rossi
e nelle reti dell'alba
nascondere anelli.
il ballerino nero ha svuotato la vescica e ora
si appresta all'ultimo atto,
per conquistare il coito di miss minetta.
marlene sorride e volta le spalle al messicano armato
che brinda ai giovani senza età.
ma sul soffitto è ancora natale e io vorrei darle un bacio.
raccontarle di un uomo che parlava al mondo
leggendo giornali,
ritagliando poesie.
di mani che compravano cappelli
e reggevano martini.
pedro mi avverte: "un altro bicchiere e cadrai nel ricordo!"
ma imperterrito mi attacco al premio senza figli
cogliendo margherite.
una su sei...
e tu sei mickey mouse con occhi di cristallo
e faccia quadrata.
mi parli con bocca minuscola illuminata di rosso e ripeti a noi poveri:
"la menta non cresce nei bar! è solo una sporca bugia del console hawaiiano,
che triste e divorziato racconta frottole ubriaco!!"
devo andare ora.
mi aspetta l'arco bianco che cambia l'ora del giorno.
non ci sono per nessuno,
perchè qui succedono cose strane.
l'irlandese porta una piuma rossa sulla bombetta nera.
un padre spinge le ruote del futuro in avanti,
correndogli dietro.
cassius clay e i suoi amici baffuti mi osservano e corrono.
testa dorata parla da solo,
ridendo della signora cioccolato che porta occhiali spessi tre dita.
ma io devo andare davvero,
la compagnia teatrale ha deciso di partire verso est.
e io li seguirò chiamando un taxi che mi darà il potere per pochi minuti.
sarò imperatore delle strade ruotando pollici a mio piacimento,
schiavi dei miei sogni i nani si inchinerannoa parole di libertà.
la mia birra è finita.
marlene si avvicina e sorride.
come foglie a novembre cadono dollari sul legno antico.
dove comincia lì finisce.
cercàtelo ancora,
ma jack è ancora qui,
seduto dietro di me.

14 maggio 2007

Freedom's just another word for nothin left to lose

positively 4th street

sono tornato.
appena troverò le parole adatte scriverò qualcosa.
adesso non è tempo.
adesso devo solo pensare a quello, solo a quello.
tu lo sai a cosa, ti ho parlato quella sera in bleecker st.
eravamo io e te.
soli.
io ti aiuto, tu mi aiuti.
e lo facciamo ok?
lo facciamo davvero questa volta.

ciao,
rudolph sturalavandini

03 maggio 2007

i want to wake up in a city that never sleeps..



allora io vado..
poi vi racconto, forse da la o forse quando torno.
non riesco nemmeno a immaginare come sarà, quanto sarà, cosa sarà.
riesco solo a pensare che sono pronto e vado.
l'ho aspettato con pazienza, fremendo e sognando.


(è ora...)

What do you do when the music stops?

resto a fissare per minuti interminabili
ciò che sento eterno e immobile dentro di me.
scrivo parole sul legno e copro di giornali l'amore.
poi mi giro ed è notte.
notte di luna nascosta dalle nuvole.
notte di un gatto che torna a trovarmi e corre via in un portone.
notte di passi che fanno eco in strada.
notte che vorrei portare in valigia con me e farla splendere dall'altra
parte del mondo.
notte che sarai lì con me ogni notte.
aspettando l'alba di un giorno blu.