27 settembre 2007

voglio

un cappello dentro cui mettere questa testa che esplode
altrimenti qui salta tutto in aria e va tutto sul muro.
voglio un cappello dove nascondere i miei occhi
altriemnti se poi comincio a guardare allora faccio male.
voglio un cappello con un piuma attaccata
altrimenti poi quando scoprirò che mi mancano pochi mesi di vita
non saprò cosa guardare.
voglio un cappello.
sto per morire e ho bisogno di un cappello.
con la piuma sopra.
un cappello con la piuma non è chiedere molto.
solo uno stupido cappello.
con una stupida piuma.
per una stupida morte.

20 settembre 2007

nero calamaro

dentro di me un buco nero
profondo.
buio come la strada più buia in una notte in cui
vorresti essere a casa.
un buco che fa male e si apre sempre più
come la brace di una sigaretta appoggiata su
un pezzo di carta.
continua quel male,
continua e non si ferma.
resta lì immobile e cinico.
resta lì.

13 settembre 2007

la noce dentro il mallo

il cuoco con i baffi sorride.
sotto i baffi.
ha una serie di sogni sulla croce
che porta sulla schiena e si concede una pausa caffè,
perchè ha bisogno di restare vigile.
per dirigere il traffico.
apre il ventaglio e ferma le vite nascoste
sistema cassetti e prepara le frasi.
stracotto, capitone, mangiamo le lattughe e finiamo col cappone.
sente i brividi dell'incoscienza che si fanno strada
in campagna.
lascia segni di noia fra strade americane e si porta in tasca una luce
che si confonde con la nebbia.
alti palazzi, piangono come pazzi sentendo il vento
che accarezza piano la testa dentro la mente
e si poggia sul mento.
io mi pento e mi dolgo dei miei peccati
ma dì soltanto una parola nuova
ed io sarò archiviato
nei file arancioni
che si consumano sotto lampioni firmati e levigati
dalla pioggia che cade e si fa male.
poi piange e ricade dal cielo.
ho le mani di cristallo
ci verso sopra il giallo
macchiando il corallo
comprato in portogallo
seguendo un gallo che restava in stallo
facendosi chiamare maresciallo.
ma ora ballo
su un piedistallo
senza intervallo,
come un pappagallo
in groppa ad un cavallo
per non sentire il male del callo.
a volte sono uno sciacallo.

11 settembre 2007

it's all right ma, i'm only bleeding

ma perchè?
lui ha quasi 3 anni, ascolta, assorbe, ripete, fa suo ciò che è di altri.
e come una cantilena mi ripete: ma perchè?
perchè vuole sapere.
vuole conoscere tutto quello che c'è intorno.
tutto ha un perchè, anche il non avere fame ha un perchè.
si muove una foglia, ma perchè?
si sbadiglia, ma perchè?
le articolazioni fanno crick, ma perchè?
tutto intorno è mosso da un perchè.
lui ha ragione, siamo noi che abbiamo smesso di chiederci perchè.
siamo cresciuti e crescendo abbiamo avuto la presunzione di avere tutte le risposte.
invece di chiederci perchè, diamo risposte.
bisognerebbe nascere grandi e diventare bambini.
per scoprire il perchè si sorride, il perchè si piange, il perchè si è felici.
bisognerebbe tenere un filo di incoscienza infantile
per vivere felici.

10 settembre 2007

sogni d'oro...

c'è una parte di me che manca.
quella che ho rincorso, sognato e desiderato per due anni.
adesso voglio solo quella.
quando la notte non si dorme si è più lucidi,
attenti e concreti.
e quando non si dorme si decide.
io ho deciso.
voglio quello che desidero.
per sempre.

05 settembre 2007

liver tales

la gravità ha il suono delle lettere
che provengono dallo spazio
e tu bevi acqua come fosse vino.
ma il vino non ha più risorse perchè la pioggia battente ha lavato le botti.
senza botti nè cuori.
come quando fuori piove.
poker d'amore.
quattro assi di cuori beffardi sorridono dell'inganno.
amo.
sento.
piango.
mi piego.
ma c'è una sola pallina nell'occhio, microscopica, nera, stupisce per la risposta
e si duole per la coda.
ma non capisco se la serietà ha preso il posto dell'immaginazione
oppure se la presunzione di essere sinceri
si confonde con le biglie da spiaggia.
ora non c'è più sole e le commesse non dormono perchè ricordano amori passati.
io resto immobile sulla scrivania.
le righe sulla pelle con ciuffi castani e dita che cercano lettere.
una dopo l'altra.
una sopra l'altra.
lettere scomposte e bianche.
cercando fogli neri.
"addio mia piccola rose,
addio amica di passeggiate sui fili della luce, non essendone capace, cado giù e mi sveglio in un dolore atroce. in mia vece fa ciò che il cuore dice".

04 settembre 2007

doo wop

rotoli di carta
senza fine.
lanciati da finestre che si aprono come bocche sorridenti al sole del mattino.
e sorridono le case
assonnate e non.
sorridono anziane perchè tutta l'acqua scivola giù.
le case sono come gli uomini,
possono prendere l'influenza delle crepe,
vedono nascere le prime rughe di intonaco.
invecchiano ma restano lì, ancora in piedi.
solo il terremoto come la morte le porta via.
sorridete finestre, siete bocche che raccontano al mondo
i pensieri degli uomini.
ogni sorriso, ogni sbadiglio, ogni bocca chiusa
è un pensiero per chi sta lontano.
ed io guardo sempre le finestre delle case
per sapere se lì in fondo a destra i miei vicini sono felici
oppure no.