il cuoco con i baffi sorride.
sotto i baffi.
ha una serie di sogni sulla croce
che porta sulla schiena e si concede una pausa caffè,
perchè ha bisogno di restare vigile.
per dirigere il traffico.
apre il ventaglio e ferma le vite nascoste
sistema cassetti e prepara le frasi.
stracotto, capitone, mangiamo le lattughe e finiamo col cappone.
sente i brividi dell'incoscienza che si fanno strada
in campagna.
lascia segni di noia fra strade americane e si porta in tasca una luce
che si confonde con la nebbia.
alti palazzi, piangono come pazzi sentendo il vento
che accarezza piano la testa dentro la mente
e si poggia sul mento.
io mi pento e mi dolgo dei miei peccati
ma dì soltanto una parola nuova
ed io sarò archiviato
nei file arancioni
che si consumano sotto lampioni firmati e levigati
dalla pioggia che cade e si fa male.
poi piange e ricade dal cielo.
ho le mani di cristallo
ci verso sopra il giallo
macchiando il corallo
comprato in portogallo
seguendo un gallo che restava in stallo
facendosi chiamare maresciallo.
ma ora ballo
su un piedistallo
senza intervallo,
come un pappagallo
in groppa ad un cavallo
per non sentire il male del callo.
a volte sono uno sciacallo.
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